Saranno da poco passete le dodici. Davanti, schierata: "la commissione". Dietro mia madre, mia figlia e mia moglie. Noi siamo vestiti bene. Senza esagerare ma bene. Anche loro indossano il rispetto che si deve avere in un' occasione come quella. L'aula vuota ha un pò d'eco. Anche il respiro ci suona nelle orecchie. Noi ci riconosciamo. Sono trascorsi trentacinque anni, forse qualcosa di più da quando disertavo le lezioni e frequentavo le riunioni. Tutto andava bene: dal volantinaggio alla fabbrica contro il cottimo, all'interruzione delle lezioni. Il sabotaggio degli esami. La scuola allora era certamente dei padroni, come i giornali e i governi di cui a mala pena sapevo il nome del Primo Ministro. Ora siamo educati, seduti, sembriamo "dipinti".
"Se me lo consentite vorrei anticipare la mia esposizione con una dichiarazione"
Mi guardano stupiti ma non più di tanto. Non c'è pericolo. Non si tratterà di una "rivendicazione" anche se a quella pensiamo tutti meno mia figlia. Ma resta l'imbarazzo in ognuno. Sembriamo in attesa di vedere di che cosa si tratti.
"Prima di esporre il mio lavoro mi sento di porgere a Voi, a queste mura, all'Istituzione Universitaria, all'Ateneo, le mie scuse. Il Professore nel presentarmi ha fatto cenno al mio passato di contestatore, ad una stagione della mia vita ormai lontana. Vorrei non rinnegare, vorrei anche non rammaricarmi. In quei giorni prendeva corpo, forma e sostanza una rivendicazione di cui un pò tutti siamo stati parte. Di alcuni di voi sono sicuro. Una stagione ricca. In queste aula circolava gente che non era prevista. Ecco per molti di noi non era nemmeno previsto rispettare quello che in queste aule aveva casa. Non tutti, ma io fui tra quelli che non vollero trarre profitto."
Il tutto si svolgeva con una naturalezza paziente. Non ci fu meraviglia per quelle parole nè si attendevano. Suonarono come il segno della croce di un calciatore prima di entrare in campo.
Sono fatto così. Non si fa finta di niente quando a sessant'anni, un paio di giorni dopo il compleanno ci troviamo uniti alla famiglia a conseguire la Laurea in Letteratura Italiana.
"Chiedo scusa."
"Bene, grazie." Disse timidamente il Presidente mentre gli altri mi guardavano senza esprimere partecipazione.
"Adesso vuole esporci il suo lavoro ?!"
" Certo, con piacere."
Parleronsi li omini di rimotissimi paesi l'uno all'altro e risponderonsi Un pensiero di Leonardo da Vinci espresso nel Codice Altlantico nei primi anni del 1500...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento