lunedì 31 marzo 2008

INCIPIT

I tratti caratteriali non si discutono. Ognuno indossa i propri e quelli si porta dietro tutta la vita ed oltre. C'è poco da fare. L'aspetto mite, la sventatezza. La propensione a precorrere o a pregustare. Precorrere tanto da trovarsi sperso. O pregustare al punto di non aver più fame.

Ora mi chiedo se i tratti caratteriali siano quelli a cui si ricorre nel raccontare la storia altrui? Quindi il risultato di un'osservazione o piuttosto la presa d'atto delle conseguenze che sommandosi vanno a disegnare il corpo ?

Davvero non so riconoscere in ogni altro se non un lato e il suo contrario. Il vigliacco che si fa ardito. L'avaro che apre la borsa. L'altruista che scompare alla richiesta d'aiuto. Il fedele infido. Il bestemmiatore che appena può ricorre alla Divina Provvidenza. Quindi, dove siamo ? Di che cosa stiamo parlando ? A chi affidiamo la nostra attenzione se non ad una costruzione improria di fiducia, di lealtà, di speranza.

Il tutto per arrivare a dire che Io, Impaziente, Che Io, Irrascibile e Impertinente. Io che partecipo da tempo ancora non so che sia accaduto. Né mai lo saprò.

venerdì 28 marzo 2008

Il cambio

In Lung'Arno Galilei, poco dopo la guerra, all'altezza di un ponte provvisorio in legno che univa le due sponde del fiume, c'era il "Garage della Real Casa"con la sua bella insegna scritta sul muro e la sua bella data : 1936. Io sono nato là. Nella parte posteriore. La parte anteriore - che pareva una piazza coperta e aperta - due bei portoni di legno spalancati. Alla casa, si arrivava attraverso una porticina, un corridoio breve, stretto e buio. Il cambio di ogni auto parcheggiata nel "Garage della Real Casa" era per ore l'oggetto dei miei giochi. Ora accelleravo, ora scalavo. Ora mi piegavo ed ora mi rilassavo. Sgommate con la bocca, rumori diversi e frasi concitate strette tra i denti. Il cambio.

Molto è cambiato e molto avremmo voluto cambiare. La fortuna ha voluto che sia cambiato davvero tutto meno quello che avremmo voluto cambiare. Uno si porta dietro tutto durante un cambiamento.

C'è una scatola da scarpe a casa di mia madre. Ancora. Quando vado da Lei, sempre più raramente, entro in quella che era camera mia, mi siedo per terra, apro il mobile di legno lucido che proprio da camera non mi è mai sembrato e tiro fuori quella scatola. E vedo quanto siamo cambiati restando fermi esattamente dove eravamo.

Forse è il giudizio tenace su ciò che ci capita di vivere che non si sposta.

domenica 9 marzo 2008

Quando non è aria..

Ieri il mio post è andato perso. Speriamo sia andato a cercare quel nuovo tentativo di dar forma ad una scrittura che traendo spunto dalla autobiografia giunga a passo lesto verso il romanzo.

Ennesimo tentativo smarrito.

E ditemi che questa non è un'ambizione che merita di esistere, di essere nutrita, di non veder la luce.

Un abbraccio.

sabato 8 marzo 2008

Quando non è aria, non è aria. Rigiro nella testa brandelli autobiografici con il desiderio di vederli acquistare corpo, spessore narrativo, garbo. In altre parole cerco la forma giusta per disporre un testo all'interesse e alla comprensione. Vorrei essere, però, divertente, attraente, piacevole.Mica poco, no ?
Ogni tanto do inizio: qualche pagina, un approccio, la scaletta, i tempi, i contenuti, gli episodi, gli ambienti. Poi metto da parte e dopo un pò perdo tutto. Non ricordo ma ho salvato ? Dove ho salvato. Non che questo ammazzi l'opera. Non c'è problema. Nessuno ha perso nulla. La sottrae semplicemente alla mia cura. Alla revisione. A pentimento. Alla vergogna.

Ora per esempio sono a casa. E' Sabto 8 marzo e mancano quindici minuti alle 18. Martina è tornata dalla gita scolastica - seconda liceo classico, Michelangelo a Firenze - forse ora dorme. Ma ha già fatto in tempo a mostrarsi molto antipatica. Si è lasciata col ragazzo che nel frattempo era andato a sciare non so dove. Stella ha l'influenza, la curo da due giorni. La cosa mi diverte e mi fa anche piacere. Darsi attenzione: un bel modo per stare insieme e da un bel pò d'anni.

I fiori, la mimosa l'avevo già comprata ieri. Per tutte e due. Invece stamani sono stato al gatzebo del PD. Giù in piazza, qui a Compiobbi. Siamo in campagna elettorare e vale la pena di vedere. Meglio sarebbe darsi da fare. L'aria che tira è di speranza ma ognun per se. Rannicchiati.Forse appagati dalla serata in Tv. Alcuni, al gatzebo, si fermavano con l'aria di chi ha ha perso o ti guartda mentre perdi e si dispiace. Altri, più giovani sorridevano e salutavano senza entrare nel merito. Poi ci sono quelli che danno coraggio e non perdono l'occasione per far vedere che l'oro ci sono e c'erano ieri sera davanti a Bruno Vespa o a Ballarò. Ma è vita e non è cosi male.

venerdì 7 marzo 2008

Peccati nello stagno

Se sono così tanti i "senza peccato" non rimane da augurarsi che le pietre scagliate riempiano lo stagno di Narciso.