venerdì 3 ottobre 2008

L'acqua di un lago.

Nel film di Paolo Benvenuti - Puccini e la fanciulla - , tra l'altro, c'è l'acqua del lago. Ferma, tagliata dalla navigazione dei barchetti. C'è il vento che piega le canne ma l'acqua si colora con le ombre delle sponde e tace. Non è acqua stagnante. Sotto correnti lente la rinnovano. Ora penso che è bella l'acqua che si muove e che si rompe. La vita là sotto si dà da fare, si organizza. Le acque intorno a noi si mostrano agitate. Forse è la speranza che si contrappone alla disperazione di non potere più nulla. Il gioco è davanti ad ognuno e il bicchiere non è ancora vuoto.

Si è aperta la competizione e si incontrano le frasi di un confronto che ancora non convince. Per ciò che è necessario occorre un'articolazione più forte e più lenta. Dovrebbe lasciarsi apprezzare, lasciarsi ammirare. E' questione di movimento. Quando il barchetto si stacca dalla sponda si fida della sua siluette. E' visibile e apprezzabile la sua sicurezza. Ancora manca qualcosa che potrebbe essere poco, ma è tutto.