lunedì 20 dicembre 2010

VENERDì 17, DICEMBRE 2010

Ci sono date che sono fatte apposta per cominciare un racconto. Ce l'hanno in se la storia. Non passa liscia. Al massimo inosservata. Ma qualcuno la sa e la custodisce per la prima occasione utile. Per una bella storia occorrono orecchie sensibili, disponibilità d'animo. Una curiosità si coglie e poi si colleziona.Lo spazio di una storia può essere un tempo, un luogo, una ragione, un sogno, un desiderio, una combinazione. Una qualsiasi di queste cose può dar vita ad un racconto indimenticabile sempre che trovi l'innesto. Venerdì 17, dicembre 2010 può fare da innesto ? Vediamo.

La nevicata abbondante era stata annunciata e la previsione passava di bocca in bocca modulata su toni che tradivano l'attesa ma non la preoccupazione. "Anche l'anno scorso, proprio di questi tempi, ci fu la nevicata, ricordi ?" "Già anche l'anno scorso" "Non è che mentre aspettiamo la desertificazione ci lasciamo fregare dalla glaciazione ?" " Si ma non prendere l'auto, prendi il treno: è più comodo e più sicuro"

Ma conversando nessun riferimento a quel Venerdì 17 che cominciava a scorrere con quell'aria pungente che aveva reso dolorose le tre dita pollice, indice e medio che si impegnano per tenere aperto il giornale durante la passeggiata col cane. Lui corre e lui legge. In parallelo due bisogni fisiologici: annusare il fogliame e l'aria che tira. Ogni mattina di buon ora Colui che porta il cane a spasso apre il suo giorno e il suo bisticcio quotidiano con lo stato delle cose e con il suo ormai cronico disagio. Ma, stretto dal freddo pregusta. Non solo si informa, fa il suo dovere di democratico accompagnatore di cane meticcio dal carattere ombroso e camminando pregusta come potrebbe essere divertente organizzare tiri mancini.

"Dormono e russando si danno un sacco di arie i nostri politici qui al governo e in Italia comodamente all'opposizione."

L'aria è davvero pungente e non ci resta che tornare sui nostri passi in quel caso. Non ce la fanno i pensieri a far caldo, a spingere oltre e dolgono le dita e, a dire il vero anche il cane, non gradisce . " va bene così " ha scritto negli occhi e gira sui tacchi.

"Che hai deciso, vai in treno ?"
"Si forse è meglio. Puoi guardare un po' su internet ? Potrei partire dalla nostra stazione che fortunatamente è sulla linea di percorrenza. Lascerò l'auto, prenderò il treno, leggerò un'oretta."
"Magari ci vorrà più di un'ora ma sicuramente è più comodo e più sicuro: dicono che oggi nevichi."
"Dicono che oggi nevichi ? Si lo dicono troppo perché si avveri!"

Certo la neve è bella e tira scherzi niente male. Era già oltre Mosca l'Europa a cavallo di Napoleone. Erano intorno a Stalingrado le truppe naziste del dittatore viennese. La neve cadde silenziosa sulla 6° Armata e il gelo fece il lavoro sporco bloccando definitivamente ogni pretesa. La neve isola, taglia fuori, blocca gli accessi e impedisce la fuga. Oggi, più modestamente, separa i congiunti e pone tutti noi difronte a sconosciuti che si comportano come noi. Ognuno per proprio conto, ognuno col proprio racconto.

Alle ore 11,14 transita con qualche minuto di ritardo il treno che le fa tutte le fermate, anche se a salire e scendere a quell'ora non c'è che qualche studente che torna a casa per le vacanze e un gruppo chiassoso di cinesi, che per fortuna alla terza fermata scendono,lasciando una sensazione di vuoto.

All'arrivo trovo il mio amico che si è fatto accompagnare da due giovani collaboratrici. Tradotto significa che lui tira avanti un carro e loro provvedono a mantenerlo in sesto. Lui provoca e procura e loro danno forma e senso al lavoro. Campa da vent'anni con un Festival Rock. Il più interessante e bistrattato Festival Rock d'Europa. Una cosa che ormai va inonda a dispetto del suo destino, del suo Patron, dei suoi fragili e incrollabili ingredienti.

La mia consulenza, però, non riguarda il Festival. E' generata dal Festival ma riguarda il suo Patron che è nato nella città di Angelo Pirella.

Qui merita uno stop: bisogna ricordarsi che Angelo con Franco Basaglia fecero di quella città, forse, la prima che accolse i matti nelle pieghe urbane. "Matti da slegare" fu una stagione di tenerezza e pazienza, di accoglienza e timore, coinvolgente e radiante. All'epoca gli avevo fatto visita più di una volta. Abitavo altre storie, lo facevo senza nemmeno rendermene troppo conto.



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martedì 23 novembre 2010

Ed ora siamo

Ed ora siamo al 23 novembre del 2010. Sono le 17 e 35 e sono a casa perché me lo posso permettere. Quello che credevo quando redassi il post che precede quest'intervento non si è avverato. Tutto si è fatto nuovo. Ancora una volta e non è stato un male. Anzi: un dispiacere ha generato una nuova soddisfazione. Ora chissà cosa provoca in chi legga questa nota un incipit di questo tipo. Se ha letto cosa scrissi solo una anno fa troverà confermato che niente va come promette di andare. Non sono diventato un cantante come avrei voluto quando a sei anni mi nascondevo in garage e modulavo con quanto fiato avessi "mamma, solo per te la mia canzone vola/mamma, tu sei per me tu non sarai mai sola/quanto ti voglio bene..". Niente canto. Nemmeno sono restato a misurare gli scavi per l'opera di captazione delle sorgenti dei comuni di Guardistallo, Castellina Marittima e Montescudaio. Un'idea e una possibilità che si consumò nel giro di anno o poco meno.Mettere in fila i salti potrebbe annoiarvi. Quello che conta è che le radici non presero ( attecchirono) mai e la pianta, volando, cambiava quel tanto che la conservava uguale a se stessa. Verdina.(argomenti su cui tornare)

Mi ha telefonato una amico. Uno che conosce i segreti dell'universo dei blog. Uno che vedrei volentieri come rigattiere di parole e sentimenti logori. Uno che fa collezione di sensazioni che mantiene in disordine con cura. E mi ha chiesto : " come stai?" . Non so come mi tenga gli occhi addosso ma ha letto le poche cose scritte qui sopra e si è preoccupato. Appena ho tempo vedrò di capire meglio quello che ho scritto.