venerdì 28 marzo 2008

Il cambio

In Lung'Arno Galilei, poco dopo la guerra, all'altezza di un ponte provvisorio in legno che univa le due sponde del fiume, c'era il "Garage della Real Casa"con la sua bella insegna scritta sul muro e la sua bella data : 1936. Io sono nato là. Nella parte posteriore. La parte anteriore - che pareva una piazza coperta e aperta - due bei portoni di legno spalancati. Alla casa, si arrivava attraverso una porticina, un corridoio breve, stretto e buio. Il cambio di ogni auto parcheggiata nel "Garage della Real Casa" era per ore l'oggetto dei miei giochi. Ora accelleravo, ora scalavo. Ora mi piegavo ed ora mi rilassavo. Sgommate con la bocca, rumori diversi e frasi concitate strette tra i denti. Il cambio.

Molto è cambiato e molto avremmo voluto cambiare. La fortuna ha voluto che sia cambiato davvero tutto meno quello che avremmo voluto cambiare. Uno si porta dietro tutto durante un cambiamento.

C'è una scatola da scarpe a casa di mia madre. Ancora. Quando vado da Lei, sempre più raramente, entro in quella che era camera mia, mi siedo per terra, apro il mobile di legno lucido che proprio da camera non mi è mai sembrato e tiro fuori quella scatola. E vedo quanto siamo cambiati restando fermi esattamente dove eravamo.

Forse è il giudizio tenace su ciò che ci capita di vivere che non si sposta.

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