venerdì 21 dicembre 2007

La sindrome della particella di sodio

Sono appena passate le dieci e ho avuto un colloquio veloce con Italo Calvino che mi ha ricordato dei suoi genitori :



" Mia madre era una donna molto severa, austera, rigida nelle sue idee tanto sulle piccole che sulle grandi cose. Anche mio padre era molto austero e burbero ma la sua severità era più rumorosa, collerica, intermittente. Mio padre come personaggio narrativo viene meglio, sia come vecchio ligure molto radicato nel suo paesaggio, sia come uomo che aveva girato il mondo e che aveva vissuto la rivoluzione messicana al tempo di Pancho Villa. Erano due personalità molto forti e caratterizzate […] L’unico modo per un figlio per non essere schiacciato [...] era opporre un sistema di difese. Il che comporta anche delle perdite: tutto il sapere che potrebbe essere trasmesso dai genitori ai figli viene in parte perduto."



Avevamo un appuntamento anche se quando sono uscito di casa non lo sapevo. Mi aspettava lasciandosi ammirare in un link. Lo sguardo un pò traverso sembra rivolto ad un dirimpettaio sulla destra. Guarda in macchina e con la mano si copre le labbra come per timidezza. Un maglioncino a V e un bel nodo di cravatta.



In casa sua erano tutti per la scienza e lui si iscrisse ad agraria ma non per molto.



Anch'io mi iscrissi ad agraria nell'anno scolastico 65/66. Allora mi parve una prepotenza: in quegli anni chi come me aveva frequentato l'Istituto Tecnico, ed io avevo fraquentato l'Istituto Tecnico Antonio Pacinotti conseguendo il titolo di Geometra, non poteva continuare gli studi se non frequentando la facoltà di Agraria. Per i diplomati Ragionieri invece c'era Economia e Commercio. Bell'esempio di pianificazione delle risorse umane nell'Italia in pieno boom. Gli zii di Calvino erano tutti chimici. Gli zii maschi e le le zie femmine, tutti.



" io sono la pecora nera, l’unico letterato della famiglia"



Per arrivare alla facoltà di lettere di Torino Calvino deve scendere dalla montagna della lotta partigiana (1945). Nel mio piccolo, io, per arrivare alla facolta di lingue dell'università di Pisa devo uscire dal carcere Don Bosco (1968). Ma non fui mai la pecora nera della mia famiglia.



Ora mi sono permesso un parallelo di tal fatta perchè approfitto dell'oscurità e di un viaggio in piena solitudine. La sindrome della particella di sodio. Vorrei essere stato un uomo colto ? e chi mi vede se faccio finta di intendermene un pò. Però i paralleli ci sono e qui non centra nulla il fatto di giocare con l'ego. Ci sono. La lotta partigiana contribuì alla liberazione del nostro paese da una serie di vergogne che, insomma, meriterebbero ancora più attenta considerazione. Le lotte studentesche liberalizzarono in quattro e quatrotto l'accesso di tutti a tutte le facoltà. Fu un bene ? Certamente fu un benino. Da quegli anni mi pare derivi una serie serrata di generazioni che si sono mangiate il futuro. Forse non tutto, perchè una percentuale di ottimismo rinfrescante circola ancora. Ma non può essere colpa di quei cortei.

Nessun commento: