lunedì 5 maggio 2008

Son più di quaranta

La festa era talmente allegra,
parole grosse si scioglievano in giochi,
l'acqua della fontana, la notte, era più limpida,
nostra.

Le ombre, dipinte, salutavano,
ascoltavano storie che non c'erano,
e ognuno riandava senza conoscere la noia,
stava.

Cose da maschi, il territorio palmo a palmo,
cose da morire ridendo, cantando,
di tanto in tanto,
un urlo.

Il prezzo all'improvviso era saldato
il resto non veniva mai raccolto
né conservato,
erano ore notturne.

La festa era talmente allegra
che l'invidia l'avvolse o la scemenza,
si uscì senza dir niente,
qualcuno aveva cambiato la musica.

Vieni, ti aspettano,
ma è presto,
nient'affatto è già accaduto
tutto.

Sulle spallette la fiaba
si è fatta romanzo
ora procede lontana
la faccia mesta.

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