lunedì 11 febbraio 2008

Un epidemia senza vaccino: la creatività.

Non è mai stata rassicurante la frase: "ne ho viste di tutti i colori". "Se le son dette di tutti i colori", poi, poteva essere seguita da "se le son date di santa ragione". Insomma con chi ce l'ho ? Ce l'ho con la creatività. Esprimere un qualsiasi concetto con un piglio creativo è la malattia dei giorni nostri. Nella vita quotidiana se ne vedono di strane. Ma quello che spaventa ora è ciò che accadrà nell'agone politico. Creativi si diventa. Consumatori di creatività si nasce.
La malattia si manifesta non a partire da una abilità che bene coniuga la sintesi con la metafora al banale fine di rendere memorizzabile una questione. No. La competizione è a chi la spara più grossa. A chi urla più forte: bau sette ! Chi fa ricorso alla aggressione dell'immaginario con attrezzi da basso fondo. Liquame, cattivi odori, ombre.
Ad ammalarsi è l'ambiente. a degradarsi sono le relazioni e i comportamenti umani. Il linguaggio si contrae al punto che la descrizione cede il passo allo sgarbo. Il gesto sostituisce la frase. Il rumore si fa più forte della scena. Il tempo scorre in fretta. si assiste al confronto d'istantanee. Un ciack contro l'altro. Bagliori.

Ieri Veltroni ha aperto la campagna elettorale con un discorso pacato, inserito in un'inquadratura che è parsa a tutti falsa. Tant'era vera. Una cartolina da tempi remoti: le valli, le piante, gli antichi casali. Il riposo silenzioso del passato e il vento che scompone i capelli e la voce che viene e che va portando un invito. "Non da soli, ma liberi". Cinque parole che hanno il sapore e persino il colore di un antidoto. E' i comunicatori ? I grandi creativi ? A commentare in fretta che questo non è nuovo. Loro avrebbero detto merda, in culo alla balena. Avrebbero strizzato pustole, ruttato nel micrfono, preso a calci i poveretti. Noi si sa altro che noi si può. Questo avrebbero messo in onda i creativi.

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